domenica 25 novembre 2012

Silver Age Bob Mould (Merge Records 2012)












Domanda: si può essere incazzati e punk a cinquanta e passa anni suonati? Ascoltando il ritorno discografico di Bob Mould  la risposta è si, eccome!!!!
Silver Age è l'ultima fatica di una delle icone punk rock per eccellenza, leader dei seminali Husker Du (non li conoscete? andate ad ascoltarvi Zen Arcade!) e poi di quel gioiellino pop-rock dei Sugar, band che ebbe un discreto successo nei circuiti alternativi negli anni Novanta.
Ed ora rieccolo in pista, a contemplare la sua "Silver Age", ovvero quella mezza età che lo vede ancora irrequieto ma riflessivo allo stesso tempo, ma soprattutto capace di scrivere tre quarti d'ora di ottima musica e di proporre una miscela di power pop che lascia stupefatti!
Il terzetto iniziale Star Machine/Silver Age/The Descent è un biglietto da visita al fulmicotone, dolci caramelle pop rivestite da una ruvida corazza di chitarre, basso e batteria.
Bob Mould riprende la lezione di storia dei suoi Husker Du e la tramanda alle nuove generazioni  addolcendola con  i suoni della generazione rock attuale: Foo Fighters, Green Day e Bad  Religion in primis, con la benedizione proprio di Dave Grohl che ha sempre speso grandi elogi per questo cinquantenne punk rocker!.
La ballata elettrica Steam of Hercules è un punto di rottura e serve per prendere fiato per poi ributtarsi a capofitto nella seconda metà del disco dove la doppietta finale Keep Believing (altro omaggio ai Foo Fighters) e First Time Joy ci danno il commiato lasciandoci la soddisfazione addosso e la voglia di pigiare un altra volta il tasto play per ricominciare da capo.
Non è un album che salverà le sorti del rock and roll, ma fa stare bene: è fresco, è veloce ed è dannatamente ruffiano ma senza mai cadere nel banale, ovvero una ricetta che solo i grandi rocker possono  saper miscelare.
Se Silver Age sta per mezza età e capelli brizzolati, io aggiungerei anche "ArgentoVivo" dato che il buon Bob Mould sembra davvero avercelo addosso e la frase "Never Too Old to Contain My Rage", contenuta proprio nella titletrack, sembra davvero esserne il manifesto più lampante.
www.bobmould.com
www.facebook.com/bobmouldmusic

lunedì 5 novembre 2012

Streetcore Joe Strummer (Hellcat Records 2003)












"SOMEWHERE IN MY SOUL, THERE ALWAYS  ROCK AND ROLL"
Quando nei primi anni del nuovo secolo, uno ad uno se ne andarono 3/4 della formazione dei Ramones, lo sconforto tra i fans (me in primis) fu profondo, ma fu anche accolto come un "beh prima o poi doveva succedere" viste le precarie condizioni di salute dei "Brodders". Ma all'annuncio dell'improvvisa morte di Joe Strummer, il 22 dicembre 2002, la comunità di fans rimase scioccata, dato che l'ex frontman dei Clash era in piena attività, sia compositiva sia dal punto di vista live, con la sua  rodata backing band, i Mescaleros.
Il disco che sto per recensire lo si può definire postumo a tutti gli effetti, visto che uscì un anno dopo la sua morte, per volere della sua band che finì di suonare e registrare i demo in fase embrionale delle canzoni qui presenti.
In molti storcerono il naso, ma analizzando più a fondo i contenuti di questo album affiorano le idee e la forte personalità di un instancabile musicista, sempre pronto a mettere in gioco la sua arte e la sua infinita passione.
Strummer ha sempre avuto una visione a 360 gradi riguardo la musica, non ponendosi mai limiti o barriere di genere, ma lasciandosi trasportare dalle emozioni che gli davano musicisti ed artisti dai luoghi più disparati del globo: il messaggio di Streetcore è chiaro, riportare la musica alla sua forma più pura e sincera, partendo proprio dalla strada, dal viaggio, dai ricordi e dalle conoscenze che si possono fare quando si passa la vita on the road, salendo e scendendo da un palco all altro, che sia quello del Madison Square Garden oppure quello di un anonimo pub della periferia inglese.
Nei quaranta minuti di questo testamento sonoro c'è davvero tanta carne al fuoco, dall'attacco inziale di Coma Girl, con il suo rock and roll garage minimale fino alle divagazioni rocksteady di Get Down Moses, dove lo spirito combat e barricadero che ha sempre contraddistinto Strummer esce prepotentemente.
Lying in a dream, cross battle field,
Crashing on a downtown strip,
Looking in the eyes of the diamonds and the spies and the hip
Who's sponsoring the crack ghetto?
Who's lecturing? Who's in the know and in the don't know?
You better take the walls of Jericho

Put your lips together and blow
Goin' to the very top
Where the truth crystallizes like jewels, in the rock, in the rock
Get Down Moses - from the eagle's aerie

We gotta to make new friends out of old enemies
Get Down Moses - back in Tennessee
Get Down Moses - down with the dreads
They got a lotta reasoning in a dreadhead
Get Down Moses - down in the street
Get Down Moses

 Sulle note di Long Shadows aleggia l'ombra di Johnny Cash ed infatti la leggenda vuole che questo pezzo sia stato composto per essere cantato insieme a lui, ma purtroppo il destino, ancora una volta beffardo non ha mai fatto incontrare i due per questa session.
Una bellissima ballad in stile American Roots, dall' aria polverosa e vagabonda fatta per percorrere le strade d'America e dare voce a tutti gli arrabbiati
 I hear punks talk of anarchy – I hear hobos on the railroads
I hear mutterings on the chain gangs
It’s those men who build the roads

Anche la successiva Arms Aloft è destinata a lasciare il segno, grazie alle sonorità più rock oriented, tanto da essere coverizzata negli anni a seguire dai Pearl Jam e chissa, forse nei progetti di  Joe Strummer, ci sarebbe stata anche una collaborazione con loro. Ancora una volta il destino con cui fare i conti....
L'etereo dub di Ramshackle Day Parade, con le sue aperture corali ci porta alla prima delle due cover inserite in questo album, quella Redemption Song che fu la celebrazione massima di Bob Marley, qui è omaggiata dalla voce calda e dall'accento cockney di Strummer in una versione che lascia gli occhi gonfi di lacrime tanta è l'intensità di questo pezzo.
La seconda cover è posta in chiusura, Silver and Gold, ma conosciuta come Before I Grow Too Old di Bobby Charles ed è l'ennesimo sberleffo del destino, poichè vengono citati sogni e buoni propositi da fare prima di invecchiare...ma Joe non ne ha avuto modo e non ne avrebbe avuto nemmeno tempo vista la sua frenetica e costante attività di musicista, scrittore, dj, oratore e organizzatore di eventi come Strummerville, una Woodstock in miniatura dedicata all'impegno sociale e al promuovere band emergenti.
Un album quindi che ha molto da dare, forse la migliore uscita da quando Strummer pose fine ai Clash trovando il giusto equilibrio con la sua nuova creatura, i Mescaleros. ed ancora una volta è il caso di dirlo...maledetto destino!
Strummerville
RadioClash. Portale Italiano sui Clash e Joe Strummer


giovedì 1 novembre 2012

Il Giorno del Sole Negazione (Edizioni Shake 2012)

 "DOVUNQUE TU SIA, OVUNQUE IO VADA, SAREMO SEMPRE UNICI"
Nei ricordi di chi, come me , ormai si avvicina agli 'Anta, c'è di continuo un concerto: Il Monsters of Rock, festival che si tenne nel 1991 a Modena e che annoverava nomi del calibro dei Metallica (freschi di Black Album), AC/DC (headliner della serata, reduci da Donington), Queensryche, Black Crowes ed in apertura una band italiana, i Negazione, che con il mondo hard rock/heavy metal c'entrava davvero poco, ma quel pomeriggio ottenne il riconoscimento da parte della massa, degli sforzi fatti nella loro, fin li, decennale carriera, che guarda caso finì proprio dopo quel bagno di folla.
I Negazione, da Torino, ricoprono un ruolo fondamentale nella mia crescita musicale e personale ed è con sommo piacere che accolgo questa uscita postuma, edita dalla Shake, che vede celebrare la band con il cd contenente il loro capolavoro Lo Spirito Continua, il primo EP Condannati a Morte nel Vostro Quieto Vivere, più la traccia Il Giorno del Sole, che da poi il titolo all'uscita in questione. Il tutto corredato da un libretto contenente pensieri, riflessioni, parole dei tre componenti storici, Marco, Zazzo e Tax che rivolgono le emozioni impresse di quei fantastici anni, compresi tra il 1984 ed il 1988, ad Elia, il figlio di Fabrizio Fiegl, il batterista (ne cambiarono tanti..ma lui rimase Il Batterista dei Negazione) scomparso l'anno scorso.
Giuro che mi sono emozionato nel leggere queste pagine fatte di racconti, aneddoti, ricordi, "una collezione di attimi per le sensazioni più belle", tanto per citare i diretti interessati , che vanno a ripercorrere anni lontani, in cui si attraversava l'Italia e l' Europa in furgone oppure in Interrail. Pochi soldi, gettoni del telefono, volantini fotocopiati e cassette registrate. Sembra preistoria a cospetto del "tutto e subito" della generazione attuale, ma i Negazione sono stati pionieri in questo: i primi ad affrontare un vero e proprio tour europeo, i primi ad andare a registrare all'estero, in Olanda, un paese avanti come mezzi e mentalità rispetto all'Italietta degli Anni Ottanta, i primi a vivere in maniera professionale la propria passione, dando un bello scossone al movimento hardcore tricolore e non.
 E poi, last but not least, la musica, le parole, emozioni forti, fortissime che hanno lasciato un impronta indelebile in tanti. I testi di Zazzo erano in bilico tra la sovversiva disobbedienza civile e la poesia malinconica di chi, getta uno sguardo alla giungla metropolitana, ma non smette mai di guardarsi dentro.
Lo Spirito Continua èil loro manifesto: una dichiarazione di intenti, un invito ad andare avanti senza mai vendere se stessi ai compromessi della vita

Lo spirito continua....
...continua...lo spirito...
dietro lamenti melodiosi
risuona la voce di un vecchio
a raccontare il senso di una vita
collezione di attimi
per le sensazioni piu` belle
ma lo spirito continua!
Leggo di me negli occhi di gente sconosciuta
leggo di me in loro
e non sono ostili
Ma il ricordo puo` uccidere il bisogno...
...non ho paura di quel rumore
c'e` un lampo nei tuoi occhi
che non potro` mai spiegarti
mentre ti alzi e te ne vai
guardo verso una parola lontana...
...Il gioco di immagini e` riuscito
esplode una risata sensuale...
Io sorrido sopra il mio odio
scoprendomi dentro un amore spesso negato
scopro te nel mio corpo
non voglio ucciderti
Devi solo imparare a conoscermi
io faro` lo stesso
e forse allora anche la ferita
fara` meno male
lo spirito continua
potremo davvero essere vecchi e forti.

Citando di nuovo una loro canzone, loro bruciavano di vita e quella fiamma che hanno tenuta accesa per anni lascia ancora un bagliore intenso nei ricordi di vecchi fans, amici, di chi li ha conosciuti e di chi ha fatto proprie le loro canzoni, schegge di hardcore veloce e compatto, ma con una ben marcata impronta melodica che si faceva largo tra le urla di Zazzo e i riff serrati di Tax.
Un ottima uscita per coloro che sono cresciuti con i loro album e si ritroveranno ancora una volta a pensare e commuoversi magari leggendo tra le pagine del libro allegato, ma anche un modo per avvicinare le generazioni più giovani ad una band che è stata l'apice della scena hardcore italiana degli Anni Ottanta che ha saputo muoversi in un Paese che era ancora troppo indietro rispetto all'Europa: lucidi guerrieri pronti a vendicare la vita, ribelli al nostro destino, piccola minaccia in un tempo sbagliato