lunedì 25 novembre 2013

Generation Terrorists Manic Street Preachers (Columbia Records 1992)












Rock n roll is our epiphany
Culture, alienation, boredom and despair

molto probabilmente queste righe possono riassumere appieno il pensiero ed il fascino di questo album, il debutto per i Manic Street Preachers, destinati a diventare una delle più longeve band di culto del rock and roll.
Ma partiamo dall'inizio, ovvero i primi Anni Novanta, quelli sconvolti dalle trasgressioni e dalle vendite milionarie dei Guns'n'Roses, ovvero la più famosa rock band del pianeta.
Ed è proprio nella vecchia Europa che si cerca la risposta ad Axl e soci ed ecco che l'Inghilterra pesca fuori questa band proveniente dalle zone più depresse del Galles, terra di minatori e rivolte sociali.
I MSP si presentano al debutto in pompa magna, grazie alle lusinghiere recensioni della stampa britannica pronta a trovare la "next big thing" da sbattere in faccia ai cugini d'oltreoceano ed il loro Generation Terrorists fa davvero ben sperare carico di energia, irruenza punk ed un immaginario di meravigliosi perdenti che costella tutto il lavoro, a partire dalla cover, semplice ma efficace (il crocifisso ed il tatuaggio con la rosa sono una provocazione ai Guns bella e buona!) fino ai titoli delle canzoni come la finale Condemned to Rock and Roll, pretenziosa ma quantomai veritiera dichiarazione d'intenti.
Ma aldilà di questa facile retorica, il debutto dei Preachers è davvero un capolavoro o perlomeno è molto vicino ad essere tale, vista la notevole caratura dei pezzi e i testi carichi di un forte messaggio sociale, scritti dal cantante James Dean Bradfield, intellettuale ed attivista con il mito del rock and roll ben radicato nel cuore.
Il raggio d'azione dei MSP parte dal punk impegnato dei Clash fino ad arrivare all'hard rock classico fatto di assoli e riff quadrati, senza dimenticare il pop intelligente e mai fine a se stesso.
L'opener Slash 'n' Burn è dinamite, una via di mezzo tra Welcome to the Jungle e White Riot, cosi come lo è l'altro singolo You Love Us, forse i pezzi più diretti dell'album, cazzotti nello stomaco che ti lasciano senza fiato.
Nonostante la grande tecnica profusa, l'elemento punk è sempre ben presente, soprattutto nel chitarrista Richey James, un novello Stiv Bators pronto a lacerarsi un braccio davanti a giornalisti che lo accusavano di essere un poseur, per poi sparire nel nulla qualche anno dopo senza lasciar traccia ( è stato dichiarato morto nel 2003 senza che nessuno abbia mai trovato il suo cadavere...).
Se i Guns hanno in Sweet Child O' Mine il loro pezzo da Novanta, i Nostri rispondono con Motorcycle Emptiness, spettacolare gioiello pop-rock intriso di atmosfere malinconiche e decadenti con un testo impregnato di alienazione e distaccamento.
Life lies a slow suicide
Orthodox dreams and symbolic myths
From feudal serf to spender
This wonderful world of purchase power
Just like lungs sucking on air
Survivals natural as sorrow, sorrow, sorrow
Under neon loneliness motorcycle emptiness

In Little Baby Nothing compare il duetto con l' ex pornostar di Hollywood Traci Lord, nella denuncia contro la mercificazione del corpo femminile, un altro capolavoro pop-rock che eccelle in questo disco.
My mind is dead, everybody loves me
Wants a slice of me
Hopelessly passive and compatible
Need to belong, oh the roads are scarey
So hold me in your arms
I wanna be your only possession
Used, used, used by men
Used, used, used by men

Ma allora viste le sperticate lodi come mai questo album non ha lanciato i MSP al top delle classifiche mondiali, regalando loro fama e successo?
Molto probabilmente il grande pubblico preferisce le grandi distrazioni e gli eccessi "sex, drugs and rock and roll" piuttosto che gli intellettualismi, le citazioni colte e le denunce sociali della band gallese: una strofa del tipo
Economic forecast soothe our dereliction
Words of euthanasia, apathy of sick routine
Carried away with useless advertising dreams
Blinding children, life as autonotomes

fa fatica ad entrare in testa ad un pubblico sempre più distratto dalle luci e pailettes del music stardom, anche se le rivelazioni di Bradfield si sono rivelate poi veritiere, ma si sa come è il detto, "nemo propheta in patria"
Inoltre l'eccessiva lunghezza dell'album (oltre settanta minuti) lo rende dispersivo e  decisamente impegnativo nell'arrivare fino in fondo, nonostante l'ottima fattura dei pezzi.
Ad ogni modo i MSP la loro rivincita se la son presa grazie ad una carriera ventennale ed a diversi album sempre su gran livelli, nonostante la progressiva perdita di quella carica ed immediatezza "punk" in favore di sonorità più pompose ed orchestrali.
Ma la bellezza di questo Generation Terrorists fa ancora brillare gli occhi di tutti quegli animi "borderline" che si sono persi  nei testi e nelle musiche di Bradfield-Nicky Wire-Richey James-Sean Moore.
No innocent exit when hope dies
And claustrophobia buys my mind
I ran to breathe contagious lies
No reasons for just living life
Ripcord opens but my soul is cold
With you I never felt more alone
Skin never sweating dignity
Kept my line beneath ecstasy....Condemned to rock and roll!!!


http://www.manicstreetpreachers.com/
spotify:album:5XV63qDoIC1z2Tb0EIMVua



domenica 10 novembre 2013

You'll Never Walk Alone/Eile's Diary Mosche di Velluto Grigio (Autoproduzione 2011)













Tempo fa mi sono imbattuto in un concerto delle Mosche di Velluto Grigio, folk band proveniente dalla rive del Po della Bassa Padana. La loro esibizione mi colpì oltremodo vista l'energia e la carica live profusa durante  il loro set e con mio stupore scoprii che la loro carriera si protrae da oltre dieci anni con diverse pubblicazioni in studio, rigorosamente autoprodotte.
La loro ultima fatica è questo EP di sei tracce intitolato You'll Never Walk Alone/Eile's Diary, prodotto dal polistrumentista scozzese Keith Easdale e ci presenta  una band con sonorità in bilico tra le pulsioni punk di Clash e Stiff Little Fingers e il folk di Pogues, Violent Femmes e gli italiani Modena City Ramblers.
Ci sono malinconiche ballate come Eilè e Vinèsa e altri pezzi più tirati come Fiore di Maggio e Il Marinaio di Limerick, splendide storie venate da malinconia resa ancor più evidente grazie ad innesti di sassofono, una peculiarità che rende le MDV ancor più particolari.
Il punto di forza della band è quello di scrivere, appunto, storie e metterle in musica, ballate che raccontano persone e personaggi, sensazioni che arrivano dirette al cuore lasciando la band in bilico tra il cantautorato e l'irruenza punk. Nelle loro canzoni ci sono personaggi che scappano dal loro destino e dai loro incubi (Eilè) oppure marinai che salpano per non tornare più indietro ( A Sud) ed altri che vorrebbero tornare dalla loro amata (Il Marinaio di Limerick). Ci sono ladri che vorrebbero rubare le guerre per lasciare la pace (Bonnie & Clyde) e magari festeggiare sotto cieli gonfi di pioggia con qualche birra in mano.
Provate quindi a cercare i loro album e inoltratevi in questo mondo di malinconiche canzoni punk e vederete che la musica delle Mosche di Velluto Grigio saprà rapirvi l'anima!
www.moschedivellutogrigio.com
Mosche di Velluto Grigio-Pagina Facebook





domenica 3 novembre 2013

Peace Vista Chino (Napalm Records 2013)












Allora vediamo dove eravamo rimasti..ah si con la reunion 2011 sotto il monicker Kyuss Lives che ha portato in giro per il globo i fasti della band stoner per eccellenza, grazie a quei capolavori come Blues for the Red Sun e Welcome to the Sky Valley, pietre miliari degli anni Novanta.
Ovviamente alla reunion in questione non partecipò Josh Homme, il quale diede comunque il suo benestare per l'operazione amarcord, ma quando si susseguirono voci di un nuovo album targato Kyuss, il chitarrista dei Queens of The Stone Age iniziò una battaglia legale per l'uso improprio del nome della band e cosi, a distanza di due anni, ecco i Vista Chino, ovvero John Garcia, Nick Olivieri, Brant Bjork ed il chitarrista belga Bruno Fevery al nuovo debutto discografico per non dire alla nuova reincarnazione dei leggendari Kyuss.
L'attacco iniziale di Dargona Dragona è micidiale(anche il titolo stralunato lo è..come da tradizione), con quelle chitarre sature che anticipano l'attacco basso-batteria che tanto ha fatto sbavare i fans di Sky Valley. La voce di Garcia è graffiante ed acida come non mai e migliore apertura non la si poteva chiedere.
Sembra che il tempo non abbia scalfito l'identità di questa band che con questo Peace ha riacceso gli amplificatori ed ha iniziato a picchiare duro esattamente dal punto in cui si erano interrotti nel 1995: Planets 1 &2 è la degna erede di Green Machine con il suo riff spaccacollo ma il fattore aggiuntivo sono quelle linee melodiche che Bruno Fevery tira fuori dalla sua chitarra fino all'implosione finale di suoni distorti.
Ed ecco il nodo gordiano su cui ruota l'attenzione di tutti: l'assenza di Josh Homme soppiantata da un chitarrista semisconosciuto che raccoglie l'eredità di uno dei musicisti più geniali degli Anni Novanta.
Anche senza Homme , Peace ed i Vista Chino stanno in piedi con le proprie gambe, provate ad ascoltare la lunga suite Acidize..The Gambling Moose, tredici minuti che racchiudono tutto il meglio che possano proporci tra cavalcate dirompenti e momenti sognanti, il tutto guidato dalla voce di Garcia,uno sciamano che interpreta al meglio le composizioni, alternando parti graffianti a passaggi melodici.
Adana è un blues malato, figlio della solitudine magica che solo il deserto può evocare, mentre la latineggiante Mas Vino è il preludio a Dark and Lovely oscura canzone di confine tra terre desolate.
I Kyuss (perchè nonostante il cambio di nome per me rimangono tali) sono tornati, per dominare di nuovo le strade polverose, le dune striscianti ed adorare il sole cocente che ha dato loro fonte d'ispirazione e si mettano il cuore in pace i detrattori che non hanno mai visto di buon occhio questa reunion: i Vista Chino hanno ripreso in mano lo scettro dello stoner e sinceramente va bene cosi, visto che non ho mai sopportato la svolta stilistica di Homme ed i suoi QOTSA, troppo fighetti e puliti per i miei gusti, mentre, al contrario ho sempre adorato le sonorità sporche, grezze ed allucinate di capolavori come Blues for the Red Sun e Sky Valley e non chiedevo di meglio che un ritorno in grande stile come questo.
P.S.
Tra poco i Vista Chino saranno in visita in Italia per un unica data il 16 Novembre al LiveClub a Trezzo d'Adda...
www.vistachinomusic.com
www.facebook.com/vistachinomusic
spotify:album:6E8eGHoP9z0hDJqpzJhngM