domenica 20 ottobre 2013

Heartwork Carcass (Earache Records 1994)












Nell'Inghilterra di fine anni Ottanta si sviluppa un movimento di musica estrema che fa capo ad una label discografica destinata a divenire di culto negli anni a seguire: la Earache Records.
Il "Mal d'Orecchie" si espande anno dopo anno facendo conoscere band intransigenti che fanno dell'estremismo sonoro il loro manifesto musicale.
Sto parlando, tra i tanti nomi, di Napalm Death, Cathedral, Bolt Thrower e anche i Carcass.
Il quartetto proviene da Liverpool e si distingue, nei suoi primi album, per un suono marcio e saturo, riconducibile al filone "grind core", con testi che sembrano presi da un quaderno di appunti di un patologo criminale tanto i riferimenti all'anatomia umana sono dettagliati, cosi come lo sono dissezionamenti e mutilazioni.
Ma la svolta della loro carriera avviene con l'uscita di Heartwork, nel 1993, un album diverso e maturo che lascia tante aperture melodiche al loro sound e li farà conoscere al di fuori della cerchia dell'underground estremo.
L'innesto di un nuovo chitarrista nella line up, ovvero lo svedese Michael Ammott, è il principale motivo di questo cambiamento. Il suo modo di suonare si avvicina molto al metal classico ed anche gli assoli ora sono ben strutturati con un ottimo taglio melodico, lontano anni luce dalle sfuriate dei lavori precedenti.
Per il resto, complice anche una produzione eccezionale, l'album suona compatto e monolitico con una gamma di riff da spaccare il collo.
La titletrack sta ai Carcass come Master of Puppets sta ai Metallica: è il loro capolavoro, la canzone da lasciare ai posteri come eredità da tramandare: il ritmo ossessivo dettato da quella macchina macina riff di Bill Steer, la voce gutturale di Jeff Walker che distorce le parole dei testi, gli assoli di chitarra che si rincorrono lungo i quattro minuti di durata e un appeal che potrebbe essere anche commerciale( per quanto possano essere commerciali i Carcass), ma è davvero difficile resistergli.
Anche i testi di questo album si discostano dalle tematiche dei dischi precedenti: vengono trattati temi come la guerra, il lavoro e la politica ( non dimentichiamo che i ragazzi provengono da Liverpool, città portuale che in quegli anni ha vissuto una crisi economica non indifferente), ma anche argomenti più intimi e personali come l'amore e la ricerca interiore.
L'opener Buried Dreams (andate ad ascoltare che assolo ci mette dentro Michael Ammott!!) è una dichiarazione di guerra che si apre con il grido
                      Welcome to a World of Hate,a Life of Buried Dreams
un grido di mera frustrazione dove è la disperazione a farla da padrone

When aspirations are squashed
When life's chances are lost
When all hope is gone
When expectations are quashed
When self esteem is lost
When ambition is mourned

All you need is hate 

La successiva Carnal Forge, forse la più vicina al passato dei Carcass, soprattutto per il lessico molto gore oriented si schiera contro la guerra, contro la carneficina di corpi mandati al mattatoio dei campi di battaglia ed è un altro highlight di questo album.
Il songwriting è sempre caratterizzato da una sorta di humour nero, basti pensare alla traccia Arbeit Macht Fleish ( la scritta che campeggiava sul cancello di Auschwitz), la loro personale visione sulla alienazione data dal lavoro in fabbrica, dove se ne esce consumati e svuotati nell'animo.

Up to the hilt, depredated

Raw materialism
To stoke the furnaces
Toiling, rotting
Life slowly slips away
Consumed, inhumed
In this mechanized corruption line
By mincing machinery industrialised - pulped and pulverised
Enslaved to the grind

No Love Lost e la stessa Heartwork hanno tematiche più personali, come l'amore e le relazioni interpersonali, segno di un ulteriore maturità della band stessa che va di pari passo alla svolta melodica di questo album che non conosce momenti di calo e raggiunge la perfezione quasi assoluta.
Con gli anni questa pietra miliare diverrà il simbolo di un nuovo movimento all' interno della comunità metal, soprattutto in Europa, visto che verrà preso ad esempio come capostipite della scena death melodica che si svilupperà in Scandinavia e vedrà protagonisti At The Gates, Dark Tranquillity ed In Flames.
Per quel che riguarda la carriera dei Carcass, purtroppo non riuscirono a dare un degno seguito ad Heartwork, rilasciando un disco scialbo ma dal titolo profetico come SwanSong, forse distratti dai troppi progetti paralleli dei singoli membri della band, cosa che portò allo scioglimento della band stessa e la conseguente, in tempi recenti reunion richiesta a furor di popolo.

A canvas to paint, to degenerate
Dark reflections - degeneration
A canvas to paint, to denigrate
Dark reflections, of dark foul light


domenica 6 ottobre 2013

In Utero Nirvana (Geffen Records 1993)












23 settembre 1993...5 aprile 1994..è passato meno di un anno dall'uscita dell'ultimo album dei Nirvana e il suicidio del suo leader Kurt Cobain, ma in questi solchi c'è davvero tutta la rabbia ed il disagio che il biondo cantante aveva accumulato aumentata a dismisura nei suoi ultimi anni di vita.
Ma partiamo dall'inizio, ovvero dall'eredità del pluripremiato  Nevermind, con la realtà Nirvana catapultata sotto le luci dei riflettori dei media e Cobain eletto a nuovo profeta dei teenager disperati del globo.
Il seguito però, nelle intenzioni della band, doveva essere anticommerciale, riportare i Nirvana ad una realtà underground meno artificiosa, il tutto a partire dal titolo, quell' "I Hate Myself and I Want to Die" tanto provocatorio quanto profetico che fece rizzare i capelli ai dirigenti della loro label discografica, timorosi della reazione che una frase cosi avrebbe potuto suscitare.
Come produttore viene scelto Steve Albini, guru di culto della scena indie americana, che ha il compito di riportare i Nirvana ad un suono più grezzo ed abrasivo, più punk, visto che Nevermind era riuscito a far breccia anche nelle orecchie delicate del mainstream targato MTV.
Con questo lungo preambolo andiamo ad analizzare quello che, a mio parere è davvero un grande album, che paga il peso di un eredità scomoda data dal suo platinato predecessore.
L'iniziale Serve the Servants ha come biglietto da visita la strofa iniziale
"Teenage Angst has paid off well/Now I'm boring old"
ovvero la risposta sarcastica a tutto il battage mediatico che ha investito Cobain e soci in quegli anni, la risposta rabbiosa di una band che è diventata ricca e famosa sfruttando, suo malgrado, rabbia, frustrazione e demoni interiori facendosi così portavoce di una generazione.
La successiva Scentless Apprentice è una spettacolare punk song, con un incredibile muro di chitarre che dichiara guerra alle facili melodie per il grande pubblico.
Una song come questa, insieme a Very Ape o Milk It, sono un sincero ritorno alle sonorità abrasive di Bleach, quel debutto che provocò un vero e proprio terremoto nel mondo alternative degli Anni Novanta.
Il primo singolo estratto fu HeartShaped Box, controversa canzone d'amore che Cobain scrisse per sua moglie Courtney Love e che la casa discografica volle "addomesticare" per lanciare il disco sul mercato.

She eyes me like a pisces when I am weak I've been locked inside your Heart-Shaped box for a week I was drawn into your magnet tar pit trap I wish I could eat your cancer when you turn back 
In Utero è interamente percorso dalla linea del dolore, ultimo testamento di una personalità che probabilmente aveva già intrapreso la strada del non ritorno. Dove le chitarre elettriche non graffiano ci pensano le parole a fare male, è il caso della introspettiva Dumb

my heart is broke 
But I have some glue 
help me inhale 
And mend it with you 
We'll float around] 
And hang out on clouds 
Then we'll come down 
And I have a hangover...Have a hangover


o di Pennyroyal Tea, caratterizzata da chiaroscuri fino all'esplosione rabbiosa del suo chorus.
Sit and drink pennyroyal Tea
I'm anemic royalty
I'm on warm milk and laxatives
Cherry-flavored antacids
(il pennyroyal tea è un infuso di erbe che, se assunto in grandi dosi può portare alla morte)

La stessa Rape Me è un provocatorio atto d'accusa contro chi ha speculato sul disagio personale di Cobain, sulla sua vita privata, sul suo personaggio messo spalle al muro e dissezionato per lo show business.
Se Tourette's è un assalto al rumore bianco con All Apologies si arriva alla perfetta chiusura, la sigla finale di una carriera breve ma intensa.
Ascoltando questa canzone, a posteriori, sembra davvero una canzone da titoli di coda, quella che ti lascia a pensare cosa ti è rimasto di un film appena visto.
In questa canzone Cobain sembra chiedere scusa a tutti, cerca una sorta di redenzione prima di accomiatarsi e farsi da parte.
La grandezza di un artista del suo calibro era quella di scrivere semplici, ma grandi canzoni, un innata capacità di trovare geniali melodie anche in mezzo a suoni dissonanti e feedback carichi di distorsioni.
I wish I was like you
Easily amused
Find my nest of salt
Everything`s my fault
I'll take all the blame
I'll proceed from shame
Sunburn with freezer burn
Choking on the ashes of her enemy

In the sun
In the sun I feel as one
In the sun
In the sun
Married, Married, Married!
Buried!

Col passare degli anni, sociologi, mass media, giornalisti e fans hanno cercato di sezionare ogni singola nota ed ogni singola parola di questo album, per cercare tutti i significati nascosti del malessere che quel 5 aprile 1994 fece partire un colpo di fucile.
L'unica cosa certa è che In Utero è davvero un grande album, il diretto successore di Bleach e va a chiudere il cerchio di quell'enorme scossone che i Nirvana diedero alla scena musicale degli Anni Novanta.
Hate your enemies
Save, save your friends
Find, find your place
Spin, spin the truth


www.nirvana.com
NirvanaItalia
spotify:album:4HACR8HgOYj1HH4vCZ3MVi