domenica 14 settembre 2014

Hai Paura del Buio Afterhours (Mescal Records/Universal 1997)












Con un disco come questo si potrebbe scrivere la parola CAPOLAVORO e chiudere ogni tipo di commenti, lasciando all'ascoltatore la voglia di togliersi la curiosità e scoprire il perchè di tale denominazione.
Ma sarebbe davvero riduttivo ed allora facciamo un salto temporale negli Anni Novanta, ultima decade davvero innovativa per la musica rock, soprattutto oltreoceano dove l'uragano grunge spazza via qualsiasi cosa e lascia segni indelebili anche nel nostro paese.
Le band cosiddette "alternative" iniziano a prendere piena consapevolezza di sè ed escono dalle cantine per affacciarsi nel mainstream, nascono case discografiche più o meno professionali e si organizzano tour sempre più estesi. Anche la stampa e i mass media iniziano ad aver un certo interesse verso questo nuovo mondo che si sta affacciando anche in Italia.
Nel 1997 esce Hai Paura del Buio ed è la summa dell'estro artistico creativo di Manuel Agnelli, cantante, chitarrista e leader della band milanese che più di ogni altra riuscirà nell'intento di imporsi al pubblico di ogni estrazione.
Nelle 19 tracce che compongono questo album troviamo un compendio di rock distorto ma allo stesso tempo melodico dove i nomi sacri di Pixies, Nirvana, Sonic Youth  vengono citati per descrivere il vortice sonoro che caratterizza l'intero lavoro: mai prima d'ora una band italiana era stata cosi vicina per sonorità, mentalità ed attitudine ai mostri sacri d'oltreoceano, complice anche un songwriting basato sulla tecnica del "cut up",ovvero il tagliuzzare frasi di senso compiuto e rimescolare le parole per poterne dare molteplici significati.
All'interno di HPDB ci sono sfumature e contrasti, a partire dalla copertina dove un innocente sorriso è sovrastato dall'inquietante domanda che da il titolo al disco, mentre l'apertura minimale di 1.9.9.6. è squarciata da una bestemmia, incipit di rabbia che prosegue nell' inno generazionale Male di Miele, la "Smells like Teen Spirits" della band, ottimo compendio di rock abrasivo e melodia, caratterizzato dalla voce urlata di Agnelli che non si risparmia nemmeno nella successiva Rapace, altra hit di rara bellezza ed intensa rabbia.
verrò come un rapace
a mutilare la pace
dentro nel tuo cuore, eppoi
se vuoi la mia reazione
e sia

I momenti più tranquilli arrivano con l' oscura e morbosa Pelle,ballad intensa che richiama nel titolo l'highlight del disco: Vorrei una Pelle Splendida, canzone che avvolge l'ascoltatore nelle sue spire e lo ammalia con le sue melodie e la seducente poesia venata di sarcasmo nel denunciare i cosiddetti "per bene", schiavi del benessere e della superficialità delle cose.
Stringimi madre ho molto peccato
ma la vita è un suicidio l'amore è un rogo
e voglio un pensiero superficiale che renda la pelle splendida
Senza un finale che faccia male
con cuori sporchi e le mani lavate
A salvarmi, vieni a salvarmi, salvami, bacia il colpevole
se dice la verità

Le scariche adrenaliniche figlie del punk le troviamo in Dea ( Territorial Pissings "de noantri"!!) e in Lasciami Leccare l'Adrenalina, provocatoria scheggia che bilancia in maniera perfetta le chitarre piene e la melodia, con un testo dotato di sarcastica cattiveria.
Forse non è proprio legale sai
ma sei bella vestita di lividi
mi incoraggi a annullare i miei limiti
le tue lacrime in fondo ai miei brividi

Una menzione merita anche Sui Giovani D'oggi ci Scatarro Su, rabbiosa polemica sulle generazioni odierne, figlie del consumismo e completamente prive di ideali. E' curioso che a distanza di vent'anni certe parole siano ancora cosi attuali.
Calzino bianco va commuovi d'onestà
Tronato tecnologico votato martire
Cambia la permanente in dreadlocks che ti cambia il cuore
Giocati l'anfibietto in tinta ti fa far l'amore
Ridai i soldi al tuo papà
Ridai i soldi al tuo papà
Sui giovani d'oggi ci scatarro su
Sui giovani d'oggi ci scatarro
Come pararsi il culo e la coscienza è un vero sballo
Sabato in barca a vela lunedì al leonkavallo
L'alternativo è il tuo papà
L'alternativa è il tuo papà
Sui giovani d'oggi ci scatarro su
Sui giovani d'oggi ci scatarro

La voglia di sperimentazione la troviamo in pezzi come Elymania,Senza Finestra e Punto G, che iniziano dove In Utero è stato forzatamente interrotto ( e si ancora loro...), ma anche nelle ballate pianistiche di Come Vorrei o Mi Trovo Nuovo affiora l'ennesima anima degli Afterhours, che mai come ora raggiunge un suono maturo ed adulto che va aldilà del pedissequo emulare i miti americani.
Come scrissi in un mio vecchio post sugli Afterhours, cosa sarebbe potuta divenire questa band se invece di nascere a Milano fosse stata di Seattle o Chicago. Purtroppo la loro italianità è stata un fattore limitante, ma c'è da dire che è una soddisfazione enorme avere nel nostro panorama e nella nostra piccola storia musicale una realtà come loro, spesso citati e lodati da bands come Afghan Whigs o personaggi carismatici come Mark Lanegan.
Un disco da riscoprire e sviscerare in ogni sua singola nota, l'opera grandiosa di un band che avrebbe meritato molto di più, ma che sicuramente si è tolta le sue soddisfazioni, grazie anche alla recente rimasterizzazione di Hai Paura del Buio con la comparsata di ospiti vari( Bennato, Greg Dulli,Mark Lanegan stesso,Giuliano Sangiorgi, Subsonica, Finardi e altri solo per citarne alcuni) su ogni traccia per rendere omaggio a questo pezzo di storia.
www.afterhours.it
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Afterhours – Hai Paura Del Buio?

lunedì 1 settembre 2014

Water Shape The Black Rain (Atomic Stuff Records 2014)












Ecco un' altra produzione targata Atomic Stuff Records, piccola label italiana che sta compiendo parecchio movimento nel sottosuolo musicale tricolore puntando sempre più spesso su bands sconosciute ma molto interessanti.
Da pochi mesi è uscito questo secondo album dei The Black Rain, hard rock da Bologna che mi ha impressionato sin dai primi ascolti per la capacità di scrivere ottime canzoni dotate di tiro e melodia e soprattutto una versatilità che trascende i generi, spaziando dagli stilemi più classici fino ad abbracciare anche sonorità più attuali.
Infatti all'interno di questo disco possiamo trovare momenti più Anni Settanta come Mesmerize, che si regge su riff rocciosi e taglienti figli di quella pietra miliare chiamata Black Dog della premiata ditta Page & Plant, ma anche melodie più easy e veloci come She's So Amazing o Robert Johnson, potenti cavalcate che se fossero state incise nel periodo d'oro dell' hard rock/ AOR americano avrebbero fatto sfracelli.
Tutto qui vi starete chiedendo?e no invece ci sono alcuni episodi che meritano davvero molta attenzione, come Rock and Roll Guy, ballad che sa di polvere e asfalto, di sudore e fatica e che ti si appiccica addosso come un paio di vecchi jeans, talmente comodi che non vorresti mai farne a meno.
Times of Trouble è oscura, malinconica come solo Soundgarden e Temple of the Dog sapevano fare: il cantato di Mirko Greco trascende qualsiasi catalogazione regalandoci una prestazione ricca di sentimento e passione, elementi che raggiungono il loro zenit in Without Love, altra ballad che riesce davvero ad arrivare li dove deve colpire e cosa sarebbe potuta diventare se la produzione fosse stata davvero all'altezza di questa composizione.
Ebbene si, se devo trovare un difetto è proprio nella resa sonora, che se fosse stata più "potente" e meno ovattata avrebbe davvero regalato il top di capolavoro per questo album.
Il finale sorprende ancor di più con King of Stones, la traccia più sperimentale di tutto il disco, giocata su parti lente e stacchi più aggressivi, tutte nel segno di un hard rock oscuro che lambisce  territori quasi metal.
Una traccia da ascoltare e riascoltare più volte per carpirne al meglio le sfumature e gli ottimi inserti di chitarra presenti al suo interno.
In definitiva un ottimo lavoro che, nonostante le evidenti influenze musicali, riesce a stare in piedi da solo grazie a delle notevoli capacità compositive e ad un livello tecnico davvero alto, ma soprattutto è l'ennesimo segnale che in Italia ci sono band valide che meritano di uscire dall'anonimato e che meritano maggiori riconoscimenti.
www.theblackrain.com
https://www.facebook.com/pages/The-Black-Rain/137533619623054
The Black Rain – Water Shape