domenica 24 gennaio 2016

Shock Troops Cock Sparrer ( Razor Records 1982/ reissue on vinyl Taang Records 2001/Captain Oi Records 2013)













La storia ci insegna che ci sono dischi che sono immortali, superano il peso dei decenni grazie a canzoni famose che tracciano un solco talmente profondo che sarà impossibile cancellare. E poi ci sono dischi altrettanto belli, che per svariati motivi non hanno mai raccolto il consenso dovuto e sono rimasti nella nicchia, adorati da pochi fedeli e che, forse, il tempo riabiliterà tributando loro il giusto successo.
Shock Troops è il primo album degli inglesi Cock Sparrer, band attiva da anni, ma che fa uscire il proprio debut nel 1982, anni dopo l'ondata punk che travolse il Regno Unito nel 1977.
I cinque provengono dalla periferia di Londra e si son fatti le ossa nel circuito dei pub rock nella prima metà degli Anni Settanta, ma sono reietti ed orgogliosamente working class e ben presto perdono il treno delle major che si vogliono accapparare i successori di Clash e Sex Pistols.
Fino a quel momento hanno un paio di singoli sul mercato, ma per il loro debutto ci sarà da aspettare, perchè il botto vero e proprio deve ancora venire: Shock Troops è uno di quei dischi che ti si stampano in testa fin dal primo ascolto, fresco, energico con melodie irresistibili figlie del punk, ma anche della lezione del glam rock inglese del decennio precedente.
Almeno 8-9 pezzi sono potenziali singoli e nel corso degli anni sono destinate a diventare insostituibili nelle scalette dei loro concerti.
Le tematiche affrontate sono basilari: l'attaccamento al sottoproletariato inglese, i pub, le terraces ( estremi tifosi del West Ham United),i pub e la birra ed in generale un attitudine stradaiola che li porterà come capostipiti del nascente movimento street punk/Oi.
L'iniziale Where Are They Now è il malinconico manifesto sulla scena punk rock, dissoltasi in pochi anni,
I believed in julie when she said how easy it could be
And I believed in Tommy and his written words of anarchy
And I believed in Joe when he said we had to fight
And I believed in Jimmy when he told us to unite
Where are they now
Where are they now
Where are they, six years on and they've all gone
Now it's all turned sour
Where are they now

Tutta quella scena sembra scomparsa ed inglobata da contratti discografici, dati di vendita e posers senza scrupoli. Per come la vedono cinque proletari inglesi dovrebbero essere tutti quanti messi al muro e fucilati
We worked our way up from east end pubs
To gigs and back stage passes
Ex-boxing champs, West end clubs
Americans in dark glasses
Driving ten grand cars, they drink in hotel bars
They're even making money in bed
They wouldn't be no loss, they aint worth a toss
It's about time they all dropped dead.
Take 'em all, take 'em all
Put 'em up against a wall and shoot 'em
Short and tall, watch 'em fall
Come on boys take 'em all

La loro hit di maggior successo però li porterà non pochi problemi, quella England Belongs to Me che doveva essere un inno alla nazionale inglese, diventa un manifesto della Destra Nazionalista ed ai loro concerti cominciano a farsi notare parecchi skinheads e hooligans desiderosi di menare le mani. 
England belong's to me
A nation's pride the dirty water on the rivers
No one can take away our memory
Oh Oh, England belongs to me
We'll show the world that the boys are back to stay
And you all know what we can do
Heads held high, fighting all the way
For the red, white, and blue

Ad ogni modo il nome dei Cock Sparrer compare sempre di più  in compilation punk ed OI e nei decenni successivi la loro attività live sarà sempre costante nei circuiti underground, grazie anche alla pubblicità di bands come Agnostic Front e Dropkick Murphys che li hanno sempre considerati primaria fonte di ispirazione.
Fortunatamente negli ultimi anni piccole label di settore sono riuscite ad ottenere i diritti ed a ristampare questo disco, cosi da renderlo più facilemente reperibile e restituirgli il valore che merita.
Per quel che mi riguarda Shock Troops dovrebbe stare nella collezione di ogni appassionato di punk rock al fianco di un Nevermind the Bollocks, di un Give'em Enough Rope o uno qualsiasi dei primi quattro Ramones. Immortale!!!

Cock Sparrer Facebook
Pirate Press Records
Captain Oi
Shock Troops Spotify



domenica 17 gennaio 2016

Hawkdope Black Rainbows (HeavyPsych SoundsRecords 2016)













Molti non sanno che in Italia esiste una scena stoner ben radicata, ma relegata ad una nicchia di fans fedeli che affollano i pochi concerti di bands aihme sconosciute, ma estremamente valide. La curiosità mi ha portato mesi fa a presenziare ad un torrido concerto dei romani Black Rainbows, solida realtà  che spesso si imbarca in lunghi tour e presenzia ai maggiori festival stoner europei.
Non conoscevo nulla di questa band, ma alla fine del loro show sono corso ad accaparrarmi il vinile di Hawkdope,  ultima fatica discografica di una carriera che vede quattro album e svariati split album con altre bands della scena.
Le coordinate musicali sono la devozione ad un certo tipo di space-rock e al granitico hard rock anni Settanta: Black Sabbath, Hawkwind fino a Monster Magnet e Fu Manchu, epigoni della decade di rinascita stoner per eccellenza: gli Anni Novanta. Ma Hawkdope è molto di più, sono quaranta minuti di torrido rock and roll, fatto di polvere, groove e atmosfere sospese che poggia su riff che sembrano macigni, una sezione ritmica pulsante ed un sound saturo di fuzz e distorsione.
L'iniziale The Prophet è una mazzata tra capo e collo e come biglietto da visita non poteva esserci miglior inizio, cosi come la successiva Wolf Eyes, a metà tra i già citati Monster Magnet e i Mudhoney più acidi.
La title track è il primo episodio che da respiro al disco,un sound che poggia su arpeggi iniziali e porta la mente a vagare verso territori infiniti, spazi siderali che avrebbero fatto la gioia degli Hawkwind: otto minuti di puro godimento dove la mente è libera di espandersi e perdersi nei suoni della band romana.
Parafrasando il titolo di un pezzo presente in questo disco "Hypnotize my Soul with Rock and Roll", questo Hawkdope tiene inchiodato l'ascoltatore allo stereo, è talmente affascinante che ad ogni ascolto si percepisce qualche sfumatura nuova, senza perdere di vista il tiro ed il groove che hanno alcune canzoni (le sopracitate The Prophet e Wof Eyes come JesusJudge e Killer Killer Fuzz), cosi come il finale di Cosmic Pricker è lo zenit assoluto di questo album: quasi sette minuti di intensa composizione che parte lenta e sognante e piano piano cresce fino ad esplodere in un tripudio chitarristico di pregevole e trascinante bellezza.
In Europa hanno visto lungo ed i Black Rainbows sono una realtà ben radicata nel circuito stoner ed è un peccato che in Italia non abbiano ancora ricevuto il consenso che meritano.
Torrida Arte allo stato puro!!!
Black Rainbows Official Site
https://www.facebook.com/BLACKRAINBOWSROCK/
Hawkdope Spotify

venerdì 8 gennaio 2016

Sol Invictus Faith No More ( Reclamation Recording/Ipecac records 2015)













Sono passati ben 18 anni dall'ultima uscita discografica dei Faith No More! Avete idea di cosa sono 18 anni? Cosa ne è passata di acqua sotto i ponti in questo lasso di tempo? Provate a fare uno sforzo e ripensare cosa stavate facendo 18 anni fa, dove eravate, che musica ascoltavate? Se per noi comuni mortali è impegnativa la cosa, per il music business è paragonabile ad un era geologica, ma i Faith No More, paladini dell'alternative e della follia durante gli Anni Novanta se ne fregano e, dopo aver testato il terreno qualche anno fa con una celebrata reunion, hanno deciso di suggellare il loro idillio musicale con un ritorno alle scene discografiche.
Giusto per non smentirsi scelgono di fare tutto in casa, utilizzando l'etichetta del frontman Mike Patton e la supervisione in fase di produzione del fido bassista Billy Gould. D'altronde chi conosce i FNM sa che se ne son sempre strafregati delle logiche di mercato e hanno sempre fatto di testa loro, spiazzando fan e critici nel proporre musica a 360 gradi senza porsi limiti di alcun tipo.
Ma quindi come è questo Sol Invictus? Spiazzante, sperimentale ed assolutamente anticommerciale, in poche parole bentornati Faith No More!!!
Nel calderone di atmosfere cupe ed oscure, un pò come la cover del disco, troviamo l'hard rock ignorante di Superhero, primo singolo prescelto(ma lontano anni luce dal concetto di "singolo"),la claustrofobia ansiogena di Separation Anxiety, le aperture di Motherfucker ( e qui Patton non si smentirà mai!!) a fare da contraltare allle melodie alla "I'm Easy" di Sunny Side Up e Black Friday e quel piccolo gioiello in bilico tra rock duro, progressive e pruriti indies di Matador.
I FNM suonano per se stessi, per superare ancora una volta quelle barriere che più volte hanno infranto senza fossilizzarsi sui fasti del passato. Ognuno ci mette del suo, soprattutto Mike Patton, istrionico, imprevedibile che usa la voce come un vero e proprio strumento, districandosi tra urla, tonalità basse e cupe e melodie ben assortite da vero "leader of men" parafrasando il ritornello di Superhero.
Non è un album da easy listening, ma richiede attenzione e concentrazione, bisogna lasciarsi prendere per mano e farsi guidare in questa nuova avventura musicale della band e mai un ritorno fu più gradito:sicuramente non lo si annovererà trai capolavori della band, ma sono pronto a scommettere che, come il precedente Album of the Year, verrà capito con gli anni a venire ed usato come pietra di paragone per molte nuove bands che avranno voglia di osare.
Ecco i Faith No More versione 2015, ma adesso non fatemi più aspettare altri 18 anni altrimenti rischio di diventare una comparsa per il video di Sunny Side Up!
Faith No More Official Site
https://www.facebook.com/faithnomore/
Sol Invictus-Spotify