domenica 21 febbraio 2016

Uncle Anesthesia Screaming Trees (Epic Records 1991)













Non è la prima volta che gli Screaming  Trees compaiono in questo Blog  , un piccolo e devoto omaggio ad una delle band tanto influenti quanto sottovalutate del panorama alternative degli Anni Novanta.
All'epoca la band di Washington era una delle tante promesse che agitavano il sottosuolo americano, una lunga gavetta che ha attraversato gli Eighties sotto la guida di Greg Ginn ( ex Black Flag) e della sua label indipendente SST, ma il salto di qualità, se cosi si può chiamare,  coincide con la firma di un contratto discografico con la Epic Records, attenta ai forti cambiamenti musicali di quei anni ed alla collaborazione con Chris Cornell, che prenderà la band sotto la sua ala protettrice e plasmerà il sound degli anni a venire, rendendolo più oscuro e crepuscolare, in linea con l'impennata grunge del momento, ma soprattutto, valorizzerà la voce calda ed intensa di Mark Lanegan più a suo agio con queste nuove sonorità cupe e malinconiche.
Uncle Anesthesia è il primo tassello della trilogia "grunge" degli Screaming Trees, anche se è davvero riduttivo affibiare loro questa etichetta per descrivere la loro musica. C'e ancora tanto garage, c'è psichedelia e un pizzico di hard rock: un suono ancora acerbo, sintomo di un evoluzione che ancora si deve compiere, ma che appare irreversibile.
Beyond The Horizon, Bed of Roses, la stessa titletrack ed Ocean of Confusion sono un fulgido esempio di chitarre graffianti,ma sempre melodiche, malinconiche e sognanti, con la calda ugola di Lanegan, allenata con anni di stravizi ed eccessi, che finalmente ha trovato il giusto suono in cui esaltarsi ed essere apprezzata in pieno.
La linearità è un altra caratteristica di questo album: non ci sono canzoni che si ergono sopra le altre, singoli  che ammazzano le classifiche ( ecco perchè divennero seconde linee al cospetto di Pearl Jam o Alice In Chains), ma è tutto il contesto che fila via bene ed ascolto dopo ascolto ognuno troverà il momento preferito su cui esaltarsi, che sia una strofa, un ritornello o semplicemente la linea melodica delle chitarre. Nello specifico ci sarebbe da citare comunque la cupezza di Alice Said, personaggio che compare anche nella visionaria copertina ed omaggiato dal Cappellaio Matto Lanegan in un caleidoscopio di ombre e scure tinteggiature che trovano il giusto sfogo in Disappearing, danza macabra con un tocco mariachi, dato dalle trombe in sottofondo.
In Time for Light invece gli Screaming Trees si ricordano che fino a poco tempo prima erano pur sempre una band del rooster di Greg Ginn e non lesinano a picchiare duro nel pezzo più incazzoso di tutto il disco.
La giusta consacrazione dovrà comunque ancora venire, tempo al tempo, ma Uncle Anesthesia rimane un ottimo disco di transizione dal garage indie della prima parte della carriera al grunge più adulto di Sweet Oblivion fino ad arrivare al crepuscolo polveroso di Dust, ottimi vestiti confezionati su misura per la voce meravigliosa di Mark Lanegan.

On a day so long ago, now no one can remember

There's a change this too will pass and vanish in the haze

This is moving too far under the skin of your sightOcean of confusion took me back to the end of the night


www.screamingtrees.net
Spotify-Uncle Anesthesia



domenica 14 febbraio 2016

Mommy's Little Monster Social Distorsion ( 13th Floor Records 1983/ reissued Triple X Records 1989/Time Bomb Records 1995)













Primi Anni Ottanta, Orange County, Los Angeles, migliaia di ragazzini invadono le strade carichi di rabbia e disagio che fanno sfociare nel nichilismo più assoluto e nell'indole "natural born losers" tipica del punk rock, fenomeno musicale ed etico che da qualche anno sta sconvolgendo Europa e Stati Uniti. Tra le centinaia di bands che si formano e si sciolgono nei garage della California, ecco fare capolino i Social Distorsion, nome originale quanto il loro sound, grezzo e teso tanto quanto melodico e romantico. Una mosca bianca in quei giorni lontani, dove se il trend era essere veloci ed incazzati come i Black Flag, il loro giovane leader Mike Ness guarda ancora ai Clash, Johnny Thunders e alla decadenza rock and roll dei Rolling Stones.
Dopo qualche singolo e i concerti di rodaggio ecco il primo album: Mommy's Little Monsters, ovvero l'inizio del culto e della leggenda dei Social Distorsion.
I suoni sono ancora grezzi e la voce di Ness acerba, ma quello stile che li ha resi unici per oltre trent'anni è già ben delineato,con quelle linee melodiche sempre azzeccate, ma la tensione nervosa delle chitarre che non abbassa  la guardia. Cosi come i testi e l'attitudine stradaiola, sincera e mai forzata, tipica di chi ha sempre dovuto fare i conti con il disagio e la vita più dura, ma non ha mai smesso di sognare e sperare in qualcosa di buono.
Il primo album contiene già dei classici come la title track o Another State of Mind, canzoni che ogni rocker che si rispetti conosce a memoria e che sono oramai insostituibili nelle scalette dei concerti dei Social D. I testi non lasciano spazio alle interpretazioni e sono diretti e crudi,
Mommy's little monster dropped out of school,
Mommy's little monster broke all the rules.
He loves to go out drinking with the boys,
He loves to go out and make some noise.
He doesn't wanna be a doctor or a lawyer get fat rich.
He's 20 years old he quit his job,
Unemployment pays his rent!

Con Telling Them, altro highlights del disco Ness sputa tutta la sua rabbia contro le regole della società, imposte da genitori, scuola o legge. Un pezzo che lui stesso ha sempre definito "antiestablishment song" e leggendo tra le righe non gli si può certo dare torto.
Well I love the sound when I smash the glass,
If I get caught they're gonna kick my ass.
My mommy's worried about the way I drink,
My daddy can't figure out the way I think.
They wake me up, tell me, "to get to work,"
I slam the door, say, "shut up you jerk."
I can't wait 'til the show tonight,
When I'm with my friends every things alright..

Il lato hardcore dell'album è rappresentato da pezzi come The Creeps, Hour of Darkness ( che tratta della dipendenza dall' eroina, piaga che ha accompagnato i SD per molti  anni) o Anti Fashion, schegge che corrono via veloci ed intendono male come vetri rotti,
Con il passare degli anni Mike Ness aguzzerà il songwriting e darà più importanza al suo lato romantico, da meraviglioso perdente, ma in Mommy's Little Monster non abbassa il tiro e forse questo è il motivo per cui i die hard fans della band lo considerano il capitolo migliore della discografia. Sicuramente è il disco più diretto e graffiante, una bomba gettata nelle strade che al momento giusto è esplosa e ha portato i Social Distorsion tra le cult band del punk californiano resistendo negli anni nonostante dipendenze, morti drammatiche e l'oblio della prigione.
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